Il mio sangue è rosso, come il tuo
Quante battaglie si sono fatte per il sangue. In nome del sangue, versare sangue. Un simbolo di vita sminuito a becero termine di paragone per distinguere persone, nel mentre ci estinguiamo, dentro, come se nella nostra parte più intima non scorresse nulla. Millantiamo l’intelligenza e assomigliamo sempre di più a sassi, pesanti e fermi su una posizione di comodo, forse. Il sangue se ne frega e scorre per dare vita, pulsa nelle vene di ogni singolo essere vivente, con forza, senza badare ad altro che alla vita. In nome del sangue, rosso per tutti, che non si cura della pelle, della provenienza o del ceto sociale, fluido che si mescola per formare l’esistenza, che a volte crea famiglie solo per appartenenza. Il sangue è poeta, narratore, dell’esistenza nel tempo. Forte e perseverante da creare legami indissolubili, inspiegabili, tra persone, essere viventi, che non hanno nulla in comune se non l’amore. Il sangue è amore, rosso per tutti e in tutti. Sangue del mio sangue, si dice. Ti accorgi che è così anche quando non conosci l’altra persona perché dentro siamo dello stesso colore, siamo fatti della stessa vita, e non conta la custodia in cui riponi il tesoro ma il tesoro stesso. Il sangue è un tesoro inestimabile, accessibile a pochi perché chiede comprensione. Il sangue è vita, da sempre e per sempre, la stessa vita non può essere compresa da chi lo reputa solo un fluido, da analizzare.
Vero