Il Potere del Vaffa…
Non c’è nulla di poetico nel dire “VA…”, forse. Effettivamente non è il migliore dei viaggi che possiamo raccomandare, magari è il più liberatorio dei termini che conosciamo. Il potere liberatorio del “VA…”, sottovalutato, rappresenta la via di fuga, di alleggerimento, da una situazione di costrizione.
Assomiglia a quella spina nel dito che non vedi l’ora di togliere, al sassolino dentro la scarpa che storpia ogni passo e fa un tale male da richiamare, dalle viscere, tutte le forme del termine “VA…” conosciute. Non bisogna tenersi dentro tutto questo, commettendo l’errore di credere che passerà, che svanirà pian piano, se ci pensate nemmeno l’aria va trattenuta.
Proprio così, l’aria non va trattenuta anche a costo di sembrare poco elegante non si può ignorare il danno che si causa trattenendo. Trattenere, fare implodere, e non allentare le valvole di sfogo fa malissimo. Questo vale anche per il “VA…”. Certo non si deve sparare a zero e senza motivo, ci sono modi e tempi opportuni, situazioni, ma non sottovalutiamo il potere del “VA…”.
Se ci vogliamo bene dobbiamo saperlo destinare. Regaliamo questo viaggio per stare meglio, per dire che: “VA… a me questa cosa non va!”. Non è volgare ma filosoficamente liberatorio e giusto.